Pagelle Omloop Het Nieuwsblad 2021: Davide Ballerini e il Wolfpack dominano la scena, delusione Trek e DSM
Davide Ballerini (Deceuninck-QuickStep), 10: Corsa perfetta da parte dell’azzurro, che si fa trovare pronto nel momento in cui parte l’azione che potrebbe rivelarsi decisiva, correndo poi in protezione di Alaphilippe quando il francese parte all’attacco da solo. In seguito è sempre nelle posizioni di testa nei tratti più importanti, ma sempre con una ottima gestione dello sforzo, conservando le energie per una volata in cui non sbaglia niente, concretizzando nel modo migliore l’ottimo lavoro di una squadra che è pronto a ricompensare con il bottino pieno.
Jake Stewart (Groupama-FDJ), 9: Il corridore britannico fa una grandissima volata, con il rimpianto di essere partito da troppo dietro per poter chiedere di più alle sue gambe. Il secondo posto è un risultato comunque eccezionale, che ne conferma le grandi qualità. E pensare che per lui era già una buona prestazione essere riuscito a restare in quel gruppo sino a quel momento.
Sep Vanmarcke (Israel Start-Up Nation), 9: Corre davanti per tutto il giorno, sempre pronto a seguire le azioni più interessanti, offrendo con generosità il proprio contributo in ogni tentativo. Nel finale è abile a battezzare la ruota più interessante, che gli permette di partire da posizione privilegiata. Non ne ha più abbastanza per fare altro che seguire, venendo anche ripreso dal più fresco Stewart, ma il terzo posto è comunque un ottimo risultato per un corridore che doveva lanciare un segnale.
Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep), 8: Ancora una volta il campione del mondo corre con coraggio e generosità, verso gli spettatori e verso i suoi compagni. Abile a cogliere l’attimo per seguire l’azione più interessante del giorno e poi nel provare la stoccata solitaria, si trasforma poi nel migliore gregario possibile, simbolo di una squadra che sa lavorare compatta. Come lui i vari Yves Lampaert, Zdenek Stybar (entrambi anche sfortunati perdendo terreno in momenti chiave), nonché un Florian Sénéchal che avrebbe potuto anche fare la volata in prima persona, ma tutti pronti a convogliare le energie per il successo di Davide Ballerini.
Philippe Gilbert (Lotto Soudal), 7,5: L’aveva detto che non era qui per lottare per la vittoria, ma aveva anche predetto l’arrivo allo sprint. Non sorprende dunque granché che non fosse presente nell’attacco dei big, gestendo le energie che sapeva di avere fino ad una volata in cui viene anche chiuso e rallentato, riuscendo comunque a cogliere un buon quinto posto.
Matteo Trentin (UAE Team Emirates), 7,5: È l’iniziatore dell’attacco che sembrava poter fare la differenza, dimostrandosi tra i più pimpanti di quel gruppetto. Nel finale ne ha ancora per cercare lo sprint, ma viene chiuso in volata non riuscendo a dire la sua come avrebbe voluto. Resta comunque una buona partenza in una campagna delle classiche in cui vuole confermare di essere ai vertici del movimento.
Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 7,5: Corre probabilmente con troppa foga, sprecando energie in alcuni affondi che non portano a molto, correndo forse ancora troppo come se fosse una prova di ciclocross. Tatticamente forse da rivedere, resta bello da vedere.
Kevin Geniets (Groupama-FDJ), 7,5: Prova più volte ad attaccare, correndo una corsa costantemente nelle prime posizioni in cerca di un allungo che finalmente arriva quando riesce a riportarsi sui primi. La sua azione si dimostra efficace, portandosi con i migliori in testa alla corsa. Malgrado le energie spese, nel finale ne ha ancora per provare lo sprint.
Christophe Laporte (Cofidis), 7: Tra i più attivi e presenti nei momenti chiave, si perde al momento dello sprint. Un posizionamento sbagliato che lo vede chiudere a ridosso dei primi dieci, decisamente troppo poco per uno con il suo spunto veloce. La corsa di oggi è comunque la prova che in questa primavera può avere un ruolo interessante e togliersi soddisfazioni importanti.
Gianni Moscon (Ineos Grenadiers), 7: Un affondo come quelli che tutti sappiamo è in grado di fare. Se qualcuno fosse stato in grado di seguirlo quando parte nel momento in cui tutti avrebbero voluto farlo, sul mitico Grammont, la corsa avrebbe chissà potuto prendere anche una piega diversa. Spregiudicato nella sua lunga azione, nel finale non ha più energie, ma per il pubblico italiano è bello vederlo tornare davanti, con un ruolo da possibile protagonista.
Johan Jacobs (Movistar), 7: Lo svizzero si mette spesso in mostra nelle prime posizioni della corsa. Il suo attacco sembrava più che altro una azione di vantaggio per il team, ma rischia di trasformarsi in qualcosa in più quando si trova in mezzo ai leader, giocandosela alla pari con loro nei momenti più caldi. Poi, nel finale è ancora lì, a lavorare di nuovo per il team.
Greg Van Avermaet (Ag2r Citroën Team), 6,5: Quando parte l’azione più attesa lui c’è, tra i primi a lanciarsi. È anche fra i più attivi nel collaborare e nel tirare per cercare di rientrare su Alaphilippe. È in questa fase che spende le energie che poi non ha in volata, chiudendo nella pancia del gruppo.
Arjen Livyns (Bingoal WB), 6,5: Nel gruppetto degli attaccanti che si seleziona nel momento più interessante c’è anche lui, unico di una formazione professional. Non è il più appariscente, ma la sua presenza davanti conferma un ottimo e promettente inizio di stagione.
Alex Aranburu (Astana – Premier Tech), 6,5: Un sesto posto che conferma la duttilità di un corridore che non solo supera bene le salite ed è dotato di un discreto spunto veloce, ma evidentemente sa stringere piuttosto bene i denti anche sulle dure pietre del Nord, terreno decisamente non scontato per un basco.
Michael Gogl (Qhubeka-Assos), 6,5: Discreta prova del corridore austriaco, che assieme a Victor Campenaerts (6) è l’elemento di disturbo più interessante di una squadra che sulla carta non ha grandi uomini per queste prove, ma che tuttavia riesce spesso a farsi notare. Il lungilineo 27enne trova oggi un’altra prova di sostanza, in cui dimostra che le classiche possono essere un terreno per lui interessante.
Olav Kooij (Jumbo-Visma), 6,5: Prima corsa da professionista e subito si fa notare, con un tentativo in controtempo che gli permette di rientrare sulla testa della corsa e restarci per qualche chilometro anche quando entrano in scena i big. A 19 anni, per un corridore che è considerato innanzitutto un velocista di grandi prospettive, non era qualcosa di scontato.
Nils Politt (Bora-hansgrohe), 6: In assenza di Peter Sagan poteva per lui essere una occasione importante per dimostrare alla squadra di poter avere un ruolo più importante e maggiori libertà. Una chance che oggi non sfrutta, chiudendo comunque con un decimo posto che non va completamente buttato.
Ivan Garcia Cortina (Movistar), 6: Forse doveva credere di più in sé stesso, tanto nei momenti decisivi quanto in volata. Lo spagnolo dimostra di essere un candidato interessante per questo tipo di corse, facendosi spesso vedere davanti, ma oggi non sembra trovare mai il tempo giusto.
Bryan Coquard (B&B Hotels), 5,5: Regge bene per tutta la corsa, presentandosi come un potenziale favorito in uno sprint in cui invece si fa trovare troppo indietro, non riuscendo a posizionarsi. Uno spreco di energie, ma sicuramente con qualche compagno in più al suo fianco avrebbe potuto ottenere qualcosa in più.
Oliver Naesen (Ag2r Citroën Team), 5,5: La presenza di GVA davanti probabilmente giustifica che in gruppo non si veda molto, ma la sua assenza davanti in quel momento si nota. Non più abituato ad avere un’altra figura di spessore in squadra, deve forse tatticamente trovare i suoi riferimenti per non scomparire in un gruppo dal quale oggi lo si vede uscire con i tempi sbagliati.
Tim Wellens (Lotto Soudal), 5: Autore di un buon inizio di stagione, dal belga ci si poteva aspettare qualcosa di più. Quantomeno che fosse presente nell’azione dei migliori, partiti nel finale. Corridore completo, queste possono essere le sue corse, ma non deve farsi sfuggire le occasioni in cui provare a fare la differenza.
Mads Pedersen (Trek-Segafredo), 5: L’ex iridato oggi è tra i corridori che tutti i tifosi si aspettano di vedere, visto che è in grado di farsi trovare pronto negli attacchi come di dire la sua in uno sprint anche a ranghi non proprio ridotti. Così come il compagno Edward Theuns (5), oggi tuttavia viene tagliato fuori quando la corsa si indurisce, complice anche un posizionamento decisamente sbagliato. E per rivederli al traguardo bisogna aspettare oltre 4 minuti…
Tiesj Benoot (Team DSM), 5: Anche lui non si vede nel momento più caldo, con la sua squadra che è poi tra le più attive per rientrare. Anche grazie al lavoro di un interessante Romain Bardet (6,5), il ricongiungimento avviene, ma lui nuovamente scompare quando la corsa si indurisce. Siamo ancora agli inizi, ma ci si aspetta di più da lui.
Andrea Pasqualon (Intermarché-Wanty-Gobert), sv: Fa tutto bene, pronto a gettarsi nella mischia di una volata in cui sarebbe stato uno dei favoriti. Ma una caduta nei due chilometri finali lo taglia fuori, lasciandolo con l’amaro in bocca.
Alexander Kristoff (UAE Team Emirates), sv: Meno appariscente di altre volte, sente ancora il peso di una condizione che non sembra delle migliori. I tentennamenti in salita sarebbero tuttavia potuti essere ben poca cosa di fronte ad uno sprint in cui avrebbe potuto dire la sua: peccato che un problema meccnico, probabilmente in seguito ad un contatto in un finale nervoso, lo tagli fuori dalla volata.
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